Cecilia MURATORI | Università di Pavia


Nel terzo incontro dell’VIII ciclo di seminari sull’Umanesimo Adriatico, dedicato alla chiromanzia nell’opera di Antioco Tiberti (Cesena, 1445-Rimini, 1500 ca.), la Prof.ssa Cecilia Muratori ha proposto una lettura del libretto intitolato De Chyromantia (Bologna, Benedetto Faelli, 1494) come un condensato di teorie filosofiche sulla mano.

Il filone entro cui il testo si inserisce vedeva la chiromanzia costituirsi come ramo della fisiognomica, definita da Pietro d’Abano quale continuo simpatizzare fra corpo e anima, i quali mutano simultaneamente.
Tiberti intende fondare la disciplina della chiromanzia come legittima scienza aristotelica (“Noi riteniamo che l’astronomia e la chiromanzia siano scienze”). Il legame con la tradizione aristotelica faceva perno su un famoso passo della Historia animalium che è stato frainteso, in cui si legge che la superficie interna della mano è solcata da alcune linee, che rivelano una connessione con la predizione relativa alla lunghezza della vita. Come spiega Tiberti, vi erano diverse traduzioni possibili del termine ἄρθρον, che fanno derivare la chiromanzia proprio da un errore interpretativo del passo aristotelico. Basandosi sul De anima, la mano è messa in relazione con il volto, ovvero con la capacità intellettiva, punto nevralgico dell’essere umano.

Le novità presenti nel testo sono le seguenti: per Tiberti la mano ha quattro dita, dato che il pollice è la summa, sede della forza della mano; insiste sul ruolo dell’esperimento; cambia la disposizione delle linee rispetto alla tradizione: per l’autore ognuno possiede la linea del fegato ma non quella della testa.

Tiberti, che cerca di profilare un proprio approccio, offre un primo resoconto metodico sulla chiromanzia. Considerando la mano come punto di accesso privilegiato alla natura interiore dell’essere umano, che per Tiberti corrisponde agli organi anatomici e ai caratteri e alle disposizioni associati ad essi, intende quindi accedere alla conoscenza dell’uomo.

Grazie a tutte e a tutti per la partecipazione e appuntamento al 10 dicembre con l’ultimo seminario, di Jonathan Regier.