Nei Commentarii del futuro papa Pio II, Barbara Hohenzollern è menzionata nel contesto della descrizione di Mantova e della famiglia Gonzaga. Piccolomini si imbatte nella famiglia lombarda poiché si reca nella città di Mantova in occasione della dieta da lui convocata e a cui presenzia anche Barbara.
Nell’opera sono poche le parole riservate alla donna ma sufficienti a qualificarla con un carattere forte, una grande intelligenza, con capacità politiche e abile nell’arte del governare. Piccolomini scrive che Ludovico Gonzaga:
uxorem duxit ex familia Brandeburgensi, Barbaram nomine, praestanti animo atque ingenio foeminam et quae dominandi artem calleret
Seppur trascurata nei Commentarii, Barbara di Hohenzollern ebbe un ruolo tutt’altro che marginale nella politica di Mantova e di questo se ne hanno numerose prove nei carteggi, in particolare nelle lettere diplomatiche, molte delle quali sono indirizzate proprio a Pio II; oggi sono ancora conservate nell’Archivio di Stato di Mantova.
Barbara intrattenne rapporti diplomatici con la curia romana, specialmente in due occasioni: nella dieta di Mantova avvenuta tra il 1459 e il 1460, indetta per organizzare una crociata contro i Turchi Ottomani e liberare Bisanzio. Il secondo momento riguarda le trattative che portarono alla nomina del figlio Francesco come cardinale, nel dicembre 1461.
I rapporti tra la corte di Mantova e la curia romana vennero quasi interamente gestiti da Barbara, attraverso scambi epistolari. Una grande quantità di lettere dettate dalla marchesa è sempre stata sottostimata, se non ignorata, o attribuita erroneamente al marito Ludovico II Gonzaga, ponendo in secondo piano il ruolo della donna nelle dinamiche politiche.
La marchesa, infatti, era solita usare i sigilli di Ludovico e firmarsi con il suo nome; vi sono però degli espedienti che permettono di capire la reale appartenenza delle epistole. Molte lettere inviate da Mantova e firmate da Ludovico erano state scritte quando questo si trovava in viaggio, rendendogli impossibile la presa in carico di tali questioni. Inoltre, vi sono delle spie linguistiche e formule che Barbara era solita utilizzare e che la caratterizzano.
È evidente quindi che il ruolo della donna nel marchesato sia stato attivo e che abbia avuto piena partecipazione alle decisioni politiche, economiche e finanziarie. Il governo dei Gonzaga, in questa fase, non appartiene solo a Ludovico ma si può parlare di un governo condiviso in cui la donna è in pieno possesso delle sue facoltà di iniziativa.
PICCOLOMINI, Commentarii: Libro II, cap. XLIII.