Carlo PONGETTI | Università di Macerata


L’VIII ciclo di seminari sull’Umanesimo Adriatico, da ora patrocinati anche dalla Deputazione di Storia Patria per le Marche, è stato inaugurato dal Prof. Carlo Pongetti, che nel suo intervento ha passato in rassegna le diverse forme e le diverse modalità con le quali il mare Adriatico è stato raffigurato nella tradizione cartografica, sino alla prima età moderna. I documenti presi in esame hanno messo in evidenza l’eterogeneità degli aspetti ricavabili dalla rappresentazione di questo mare, sempre legati al contesto storico-politico di riferimento.

Tanti e significativi gli esempi passati in rassegna, come la Tabula Peutingeriana e la carta Pisana, il primo prodotto cartografico medievale all’infuori della cartografia ecumenica. Tra i personaggi citati (Grazioso Benincasa, Giacomo Gastaldi, Vincenzo Coronelli), interessante la figura del pavese Opicino de Canistris, attivo ad Avignone nella prima metà del sec. XIV. Esponente della cartografia morale, ha lasciato un’autobiografia figurale contenente un bizzarro gioco etimologico (ms. Città del Vaticano, Pal. lat. 1993, f. 11r), e una serie di mappe antropomorfe. Nel codice Vaticanus latinus 6435 (1337-1341), f. 77r, troviamo la riproduzione dell’Europa e dell’Africa, ritratte rispettivamente con le sembianze di una donna e di un uomo. Nell’allusione alle tensioni politiche dell’epoca, in cui il mare è una sagoma demoniaca che sembra costituire la congiunzione carnale tra i due continenti, il vero soggetto preso di mira è Venezia, demonizzata per i suoi rapporti con l’Oriente.

L’animato dibattito seguito alla relazione, ha offerto ulteriori spunti di riflessione e nuovi motivi di confronto. È emersa soprattutto l’idea del mare Adriatico come spazio ibrido: un mare di relazioni e contrapposizioni.

Grazie a tutte e a tutti per la partecipazione e appuntamento al 22 ottobre con un ‘seminario sperimentale’ dedicato, questa volta, a una mappa dei saperi rinascimentali.