Umanesimo è una parola tornata di grande attualità, persino nel linguaggio politico, in quanto esprime efficacemente l’idea della sintesi fra senso della tradizione ed esigenza di rinnovamento: queste sono state infatti le istanze costitutive delle tappe più autentiche del progresso civile. All’uso comune del termine, tuttavia, non sempre si associa una piena consapevolezza del fenomeno, nella sua dimensione storica e culturale, la cui profonda portata fu in grado di travalicare, in un tempo limitato, i confini dei secoli in cui si espresse. Il progetto Philelfiana – che deve il suo nome a Francesco Filelfo, figura centrale nel quadro europeo della rinascita quattrocentesca – promuove e sostiene la ricerca filologica, linguistica, letteraria e codicologica in questo ambito: lo fa valorizzando i sistemi di relazione fra Oriente e Occidente che, nel vasto processo della translatio studiorum, si manifestarono proprio su tali versanti, e provvedendo alla loro divulgazione su ampia scala (in particolare con il coinvolgimento delle scuole), anche in ottemperanza alla terza missione universitaria.

Philelfiana nasce con il finanziamento nazionale FIRB 2012 (RBFR12EYFD) per la ricerca Oriente e Occidente nell’Umanesimo europeo: la biblioteca e le lettere di Francesco Filelfo (1398-1481)Ricostruzione e catalogazione della collezione libraria, edizione dell’epistolario, repertorio lessicografico, filologico e storico-bibliografico online della corrispondenza latina, greca e volgare, coordinato da Silvia Fiaschi (PI). Al vasto programma, formalmente conclusosi nel 2016, hanno aderito l’Università di Macerata (unità centrale), l’Università di Milano (coordinata da David Speranzi), l’Università di Pisa (coordinata da Paolo Pontari), l’Università di Venezia (coordinata da Filippo Bognini); ne sono stati partners l’Università di Pavia, l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze, la Biblioteca Comunale “Filelfica” di Tolentino. I principali campi di indagine cui il progetto si è rivolto – oggetto, in parte, dei numerosi e rilevanti risultati già conseguiti, in parte delle linee di sviluppo attuali – , sono la vastissima corrispondenza (greca, latina e volgare) dell’umanista, la pubblicazione di opere rimaste finora inedite o prive di edizioni soddisfacenti sul piano ecdotico ed esegetico, la ricostruzione della sua biblioteca di straordinario e singolare rilievo. Le modalità di lavoro si contraddistinguono per l’approccio interdisciplinare: le novità più significative emergono da un’opportuna interrelazione fra filologia, letteratura, codicologia, paleografia, storia e storia dell’arte, che concorrono a delineare un quadro sempre più dettagliato dell’intellettuale di Tolentino e, di conseguenza, di una sezione importante dell’Umanesimo italiano e del primo Rinascimento europeo.

Uno dei nodi cruciali delle attività è l’individuazione dei codici appartenenti alla ricchissima biblioteca filelfiana, che, come noto, alla morte dell’umanista fu smembrata fra diverse sedi di conservazione; la Biblioteca Medicea Laurenziana è senz’altro quella che attualmente ne conserva il nucleo più ampio, in particolare per quanto riguarda la sezione greca. Ad oggi, grazie al lavoro condotto in seno all’unità di Milano (David Speranzi, Stefano Martinelli Tempesta), e portato avanti da ulteriori contributi individuali, sono stati ricondotti allo scaffale filelfiano oltre settanta codici greci, appartenuti o postillati dall’umanista. A fronte di tali risultati, fruibili attraverso le schede codicologiche raccolte nella sezione Bi.Phi.V e in alcune fondamentali pubblicazioni, la nuova, difficile frontiera che si prospetta è quella della ricostruzione della sezione latina e volgare della libreria dell’umanista, alla quale finora è stato possibile ricondurre pochi codici, sebbene di grande rilevanza storico-culturale (ad es., per la parte latina, i mss. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 3251, contenente Virgilio con il commento di Servio; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 50.12 e 49.9, entrambi con opere di Cicerone, ed infine Leiden, Universiteitsbibliotheek, Voss. Lat. F. 66, con gli Ab urbe condita di Livio).

La centralità della figura del Filelfo nel panorama dell’umanesimo italiano ed europeo si evince anche dall’estensione della sua corrispondenza epistolare trilingue: oltre duemila lettere latine e greche furono raccolte dal Tolentinate nel suo cosiddetto epistolario canonico (il celebre manoscritto idiografo Milano, Biblioteca Trivulziana, 873), ma il numero delle missive filelfiane aumenta considerevolmente se si tiene conto delle altrettante lettere, latine e soprattutto volgari, non presenti nel Trivulziano e attestate in codici e documenti d’archivio (spesso autografi).

Il progetto ha messo in evidenza non solamente le problematiche filologiche presentate dai testi, ma anche la fortuna editoriale delle lettere, approfondendo l’influenza del modello filelfiano nella successiva tradizione dei formulari (le raccolte di lettere esemplari, utilizzate come manuali per il corretto apprendimento della scrittura epistolare). Sul piano dei contenuti, di particolare interesse sono le questioni linguistiche, filosofiche ed erudite in esse dibattute, significative sia per i codici e per gli autori citati dal Tolentinate, sia per le peculiari scelte ortografiche dell’umanista, che egli impose anche ai copisti al suo servizio nella trascrizione dei codici; in tal modo gli studi ecdotici vengono ad intersecarsi con l’indagine sulla biblioteca filelfiana e sul contesto culturale in cui egli operò. Molti di questi elementi sono già stati indicizzati e resi disponibili nella banca dati Re.Phi.Lex, e sono stati in parte già divulgati in specifiche pubblicazioni scientifiche. Grazie al progetto è stata allestita la prima edizione critica delle lettere volgari, uscita a cura di Nicoletta Marcelli, all’interno della prestigiosa collana Edizione Nazionale dei Testi mediolatini d’Italia, che ospiterà l’intero programma della pubblicazione.

Oltre alla corrispondenza, Philelfiana ha incluso fra i suoi campi di lavoro anche altri testi: il De iocis et seriis, le Satyrae, l’Oratio in Cosmum Medicem, le traduzioni da Ippocrate (in capo al gruppo di ricerca operante a Macerata); un corpus di testi storico-politici (Commentarii de vita et rebus gestis Frederici comitis Urbinatis Ligae Societatis ImperatorisOratio de laudibus Philippi Mariae Angli; Oratio de laudibus Caroli Gonzagae; Oratio parentalis de divi Francisci Sphortiae Mediolanensium ducis felicitateOdae), studiati dal gruppo di ricerca di Pisa, e in parte destinati alla collana Il Ritorno dei Classici nell’Umanesimo dell‘Edizione Nazionale dei Testi della Storiografia Umanistica.

L’approccio scientifico adottato ha privilegiato, oltre all’individuazione delle fonti storiche e al relativo riscontro con le testimonianze manoscritte, l’analisi dei connotati linguistici e stilistici di tali opere, per verificare le occorrenze lessicali più significative della produzione letteraria filelfiana, registrate nella banca dati lessicografica Re.Phi.Lex., utili anche alla definizione di un lessico del latino umanistico.

Gli studi sulla corrispondenza e sulle altre opere letterarie del Tolentinate mettono in evidenza la sua ampissima rete di contatti: fra le pagine dell’epistolario, così come fra quelle dei suoi testi in prosa e in versi, ma anche seguendo gli itinerari percorsi dai libri passati fra le sue mani, si scorrono i nomi dei grandi protagonisti della cultura e della politica a lui contemporanea, italiana ed europea. Tale caratteristica ha reso necessario includere nel programma anche ricerche prosopografiche, condotte su singoli personaggi richiamati nelle lettere e nei testi dell’umanista, dei quali sono state realizzate apposite schede raccolte nella banca dati Re.Pro.Phi. Questo tipo di lavoro è tanto più utile laddove siano menzionate figure meno note (segretari, diplomatici, ambasciatori o membri dell’aristocrazia e della società contemporanea), coi quali il Tolentinate era in contatto.

Le ricerche diramatesi attorno ad un unico personaggio vanno in questo modo a costruire un ben più complesso reticolo di uomini, all’interno delle ampie coordinate geografiche e cronologiche tracciate dalla lunga e movimentata biografia di Francesco Filelfo. Ripercorrendo la vita dell’autore, che arriva fino all’ultimo ventennio del Quattrocento e che vede l’umanista spostarsi fra i maggiori centri di elaborazione e promozione della nuova cultura umanistica, è possibile osservare lo sviluppo del fenomeno umanistico nel corso del secolo, percepibile in filigrana nelle pagine delle sue epistole e delle sue opere letterarie. Se la produzione e la collezione libraria del Filelfo rappresentano un punto di intersezione (e di rielaborazione) fra la cultura greca orientale e la cultura latina e neolatina occidentale, tra le carte dei suoi codici, tra le righe dei suoi scritti, tra gli eventi storici ed i personaggi narrati nella sua vastissima corrispondenza, tra i sistemi di relazione sollecitati dalle sue eccezionali abilità linguistiche (latino, greco, volgare), si annidano le radici stesse dell’Umanesimo e, di conseguenza, una parte consistente dell’identità culturale europea.

Prof.ssa Silvia Fiaschi – Direttore scientifico (Università di Macerata)

Dott. David Speranzi – Responsabile sezione Bi.Phi.V. (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze)

Prof. Guido Giglioni – Collaborazione per relazioni con la tradizione filosofica (Università di Macerata)

Dott.ssa Martina Saraceni – Ricercatore a contratto (Università di Macerata)

Fabrizio Patrizi – Supporto informatico (Università di Macerata – CSIA)