Francesco Filelfo e non solo. Oltre a proseguire il lavoro di ricerca sulla figura eponima del progetto originario, nell’ambito della cattedra di Letteratura latina medievale e Umanistica di UniMC tante altre linee di indagine si stanno portando avanti. In particolare Umanesimo Adriatico e i seminari permanenti Ricerche, racconti, letture ad esso legati; il nuovo Re.Medi.Hum, spazio digitale dedicato all’età Medievale, Umanistica e Rinascimentale; Adri.Hum., sviluppato da Chiara Kravina, grazie alla collaborazione con la SISMEL e al cofinanziamento di un assegno di ricerca di cui è titolare; Tra.Ma.Bo. dedicato alla tradizione e alla ricezione di Boccaccio nelle Marche fra i secc. XIV-XVI, progetto dottorale di Giorgia Paparelli nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Umanesimo e tecnologie.
a catt. ecdotico, le principali linee di sviluppo del progetto riguardano le modalità di ricezione e rielaborazione di specifiche tradizioni letterarie da parte di Francesco Filelfo; peculiarità linguistiche nei tre ambiti in cui si espresse la sua produzione scritta (latino, greco, volgare); aspetti della cultura e del sistema di relazioni personali dell’umanista; implicazioni storico-artistiche.

Fra le tematiche indagate, si segnalano in particolare il rapporto di Filelfo con la tradizione medica e la tradizione satirica antiche, che rivestirono un ruolo significativo nella definizione del suo profilo intellettuale. L’umanista fu infatti uno dei primi traduttori ‘moderni’ di Ippocrate in Occidente, ma anche il primo rifondatore del genere satirico nella sua accezione più all’avanguardia, comprensiva anche di molte implicazioni che, da quel momento in poi, si sarebbero sempre associate a questa tipologia testuale sino ai nostri giorni. Oggetto delle ultime ricerche è inoltre la tradizione epigrammatica, che egli sperimentò nel De iocis et seriis, l’ultima (e incompiuta) delle sue poderose raccolte poetiche, alla quale è dedicato un apposito approfondimento lessicale.

L’attenzione di Filelfo per la medicina emerge certamente anche dalla fitta rete di amicizie intessuta con vari fisici, gravitanti soprattutto (ma non solo) attorno alla corte milanese, ai quali egli si rivolse per scambi di opinioni, informazioni tecniche e per poterne consultare i libri, in una più generale attenzione per questioni di dietetica e fisiologia trattate dalla letteratura medica. Il complesso di conoscenze così acquisite entrò a far parte del vasto bagaglio di erudizione personale del Tolentinate, che se ne servì sotto forma di consigli per una corretta alimentazione ed uno stile di vita modesto, dispensati ai suoi corrispondenti nelle lettere, ma utilizzati largamente anche nei suoi scritti: vaste digressioni colte sulla medicina si rilevano ad esempio nei Convivia mediolanensia, ma perfino i brevi e leggeri epigrammi del De iocis et seriis recano le tracce delle competenze filelfiane in ambito medico.
Un ulteriore filone di ricerca è quello riservato al legame dell’umanista con la storia dell’arte, aspetto finora quasi del tutto trascurato, ma che si è rivelato ricco di nuove prospettive negli esiti dei primi lavori scaturiti dal progetto, in merito soprattutto ai suoi rapporti con scuole miniatorie di prim’ordine e con artisti del calibro del Filarete.

Secondo le ultime acquisizioni, infatti, fu la celebre medaglia che tramanda da un lato il profilo dell’umanista e dall’altro la figura di Ermes, realizzata dal noto architetto fiorentino Antonio Averlino, fornì al Filelfo lo spunto per la definizione dell’emblema personale, inserito nei suoi codici a partire dalla metà degli anni ’50 del XV secolo. Lo studio delle ricche miniature presenti nei manoscritti filelfiani ha mostrato inoltre precise preferenze artistiche da parte del Tolentinate rispetto alle più importanti botteghe milanesi della seconda metà del Quattrocento, come quelle di Ambrogio da Marliano o del Maestro delle Vitae Imperatorum.
Prosegue lo studio lessicografico sulla produzione dell’umanista, adesso arricchito dai contributi inerenti la tradizione epigrammatica, con specifici approfondimenti riguardo le tradizioni richiamate dai lemmi.
In corso, è, infine, la ricostruzione della biblioteca latina e volgare dell’umanista.