Fiordiano Malatesta da Rimini e la sua Operetta non meno utile che dilettevole della natura e della qualità di tutti i pesci nel panorama dei trattati di ittiologia del ‘500
Allen James Grieco| I Tatti, Harvard University
Il terzo incontro del X ciclo di seminari sull’Umanesimo Adriatico ha visto protagonista Allen James Grieco, con un intervento dedicato a Fiordiano Malatesta – figura enigmatica e sostanzialmente ignota tanto agli storici della letteratura quanto agli storici della scienza – e alla sua Operetta pubblicata in un’unica edizione a Rimini nel 1576.
Sullo sfondo di un rinnovato interesse scientifico e gastronomico, particolarmente favorevole all’ittologia, e in dialogo con una serie di antecedenti umanistici — da Bartolomeo Sacchi detto il Platina (De honesta voluptate, ca. 1465), a Giannantonio Campano (Trasymeni descriptio seu de felicitate Trasimeni, 1495), fino al De romanis piscibus (1524) di Paolo Giovio — l’Operetta, composta in ottava rima, si articola in tre ampi trattati.
Il primo propone una classificazione erudita dell’ambiente acquatico, mettendo a confronto pesci e molluschi suddivisi in “schiere” o “squadroni” e anticipando, per certi aspetti, la sistematizzazione linneana; per ciascuna tipologia sono indicati anche i nomi greci, latini e i corrispondenti volgari. Il secondo trattato passa in rassegna le meraviglie del mare, tra cui i pesci giganteschi e i mostri marini impegnati in combattimenti tra loro, presentati come superiori a tutti gli altri animali del mondo. Il terzo, infine, quasi sicuramente incompleto (occupa appena dodici ottave) ha l’ambizione, nelle stesse parole dell’autore «di spiegare alle genti la qualità e la nobiltà del bisso, del corallo, della purpura, delle perle, e ambra e simili ricchezze marine».
L’Operetta veicola saperi naturalistici entro una forma poetica consapevolmente elaborata. L’attenzione riservata tanto all’habitat quanto alle caratteristiche fisiche dei pesci — dimensioni, struttura delle lische, presenza o assenza di sangue — rivela la funzione pratica del trattato, orientato alla selezione del pesce più appropriato per le mense dell’alto clero e delle corti cardinalizie, ambiti nei quali la distinzione sociale passava anche attraverso un consumo alimentare regolato e informato.


Grazie a tutte e a tutti per la partecipazione e appuntamento al 15 gennaio.