Jonathan REGIER | Università di Venezia

Jonathan Regier, protagonista del quarto e ultimo incontro dell’VIII ciclo di seminari sull’Umanesimo Adriatico, ha esposto una sintesi dei risultati principali conseguiti nell’ambito del progetto che sta sviluppando insieme a Erasmo Castellani, sulla società del rischio e sulla gestione del pericolo nella Venezia della prima età moderna.

Nel 1540, in un discorso di Cristoforo Sabbadino, veniva denunciata la cupidigia degli uomini, manifestata in una serie di opere ingegneristiche che minacciavano la laguna veneta. Per la città di Venezia, che «stava precipitando verso il suo sterminio», il pericolo ambientale delle paludi costituiva una preoccupazione politica. La decisione di deviare le acque del fiume Po verso il territorio ferrarese provocò il malcontento papale, dando origine a un dibattito di natura filosofica. Nelle parole di Marino Silvestri (1563), favorevole alla costruzione di un canale, non esisteva distinzione tra Stato e natura: Venezia appariva come un corpo vivente, dall’anima tripartita.

Fra i più ardenti critici dell’opera idraulica terminata nel 1604, vi fu Nicolò Contarini, 97º doge della Repubblica di Venezia. Il progetto del taglio, definito su basi empiriche, gli appariva incoerente con la natura. Nel suo trattato del 1576, De perfectione rerum, emergeva una visione della realtà differente, centrata sull’agency dell’uomo nel mantenimento dello stato naturale. Altro interlocutore che prese parte alla questione fu il teologo Paolo Sarpi. Nell’ultima parte del suo trattato, dal titolo Dominio del mar Adriatico della serenissima Republica di Venetia, nel consulto destinato al senato, l’autore si esprime sul dibattito relativo al confine tra Venezia e Ferrara, mettendo in atto una ideologia politica mirata non tanto all’espansione quanto al riequilibrio, per cui la conservazione dell’ambiente e la preservazione dello Stato diventavano un tutt’uno. Fra gli aspetti interessanti dell’intervento, ricco di spunti di riflessione, è da considerare soprattutto l’uso politico del concetto di sostenibilità.

Grazie a tutte e a tutti per la partecipazione. Nel dare appuntamento al nuovo ciclo, il team di Philelfiana augura un buon Natale e felice anno nuovo.